Sono qui, felice di esserci! Testimonianza vocazionale di sr. Chiara Costanza

Pubblicato giorno 19 Luglio 2023 - ARTICOLI DEL BLOG, Testimonianze vocazionali

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Carissimi tutti che mi leggete: “Il Signore vi dia pace!”.

Eccomi qua, io sono Chiara Costanza, sono nata ad Anagni: capitale degli Ernici, adagiata su una ridente collina che si affaccia sulla valle del Sacco, città, ricca di storia e di spiritualità non lontana da Roma.

Ho 63 anni e vivo qui nel Monastero San Damiano di Borgo Valsugana dal 5 agosto 1987.

Il 3 ottobre 1982, festa del nostro padre s.Francesco ho fatto il mio ingresso al Protomonastero S.Chiara di Assisi. Come potete vedere dalle date, cinque anni dopo la mia entrata mi è stato chiesto di venire qui a Borgo, per aiutare il cammino della fondazione iniziato tre anni prima.

Ho trascorso una giovinezza serena con la mia famiglia: papà Salvatore, mamma Maria, mio fratello Antonio e mia sorella Patrizia. In famiglia ho ricevuto i valori cristiani trasmessimi più con l’esempio che con la parola. Ho tanta gratitudine nei loro confronti, perché sono stati capaci di starmi vicino sempre, soprattutto di accogliere e capire il mio cammino.

Ho frequentato la parrocchia, sono cresciuta spiritualmente in Azione Cattolica aiutata da santi sacerdoti e laici ammirevoli. Poi la scuola, anch’essa ambiente per me formativo e tanti amici ed amiche che tanta importanza hanno avuto sul mio cammino.

Ma ecco giungere il tempo della prova, o meglio un periodo un po’ difficile, senza entusiasmo, senza gioia. Tutto era messo in discussione, in primis, la fede in Gesù e di conseguenza la partecipazione alla s.Messa e alle attività della parrocchia. A cosa serve tutto ciò?

Nel frattempo ho studiato e piano piano ho ripreso in mano la mia vita e sono arrivata così a pormi la grande domanda: cosa fare?

Durante una gita scolastica ad Assisi ho incontrato s.Francesco, la sua santità, il suo essere dono per gli altri nella povertà e semplicità. Soprattutto ho scoperto che lui, san Francesco, prima di me aveva fatto la stessa domanda al Signore: “Cosa vuoi che io faccia?”. Attraverso la preghiera e l’aiuto di persone sapienti ho capito che dovevo seguire Francesco, vivere come lui. Ma come fare? Ricordo che il mio padre spirituale mi disse che c’era un “Francesco al femminile”. E così, dopo un po’, anche s.Chiara è entrata nella mia vita con il suo carisma ed il suo posto nella Chiesa.

La strada che mi ha portato in monastero, ad una scelta come questa, è cominciata proprio dallo scoprire in fondo al cuore un bisogno di essere un dono per gli altri. Anch’io come tutti ho vissuto il dramma di un’esistenza che sembra scorrere senza senso, vissuta in maniera egoistica, senza pensare agli altri. Ma il Signore ha reso attento il mio orecchio, ha spalancato i miei occhi ed il mio cuore ad un orizzonte infinito, ad un radicare ogni gesto della vita dentro il suo disegno eterno, un riscattare tutte le mie paure ed insicurezze. Dio è amore che sazia tutto il nostro desiderio. E l’incontro con Dio per me è stato qualcosa che è entrato dentro alla mia vita in maniera sconvolgente: non era un Dio lontano, ma vicino a me, presente nei fratelli e nelle sorelle. Era l’Emmanuele, il Dio con noi, l’infinito fatto uomo vicino alla mia, alla tua piccola storia di uomo.

Da quel momento della mia vita niente è rimasto estraneo, isolato a quella Presenza che aveva fatto irruzione nel mio cammino.

Chiara e Francesco sono stati per me delle guide che hanno saputo testimoniarmi questo amore incarnato di Dio nella storia degli uomini.

A questo punto devo ringraziare un frate che ci accompagnava insieme ai miei alunni nel santuario di S.Damiano ad Assisi, dove eravamo in gita scolastica. Questo frate diceva che Chiara nella sua vita non ha fatto niente di particolare,bensì solo una cosa: la preghiera! Ha pregato per me, per te, per tutti. Ecco la parola che mi sono portata a casa come un souvenir da custodire: la preghiera! Da qui al bussare al Protomonastero il passo è stato breve, ma l’attesa lunga. C’era bisogno che capissi bene cosa significava lasciare tutto e seguire Gesù, e non è stato facile!

Ma perché Clarissa? Perché monaca di clausura? mi ripeteva il mio caro don Giuseppe quando gli ho manifestato il mio desiderio.

Una clarissa è una creatura che si lascia amare, che lascia al Signore lo spazio nel silenzio del cuore, perché la Parola possa scendervi  con tutta la sua forza di vita e fecondare quella solitudine e lì generarvi Cristo. Una donna povera, forte solo della forza di Dio, capace di attendere, invocare ed accogliere la salvezza per tutti.

Sono qui, felice di esserci, a vivere questa vita che può apparire inutile agli occhi del mondo, ma che indica e testimonia Dio come la realtà più importante nel cuore di ogni uomo. Come è stato per Francesco e per Chiara, così è per me oggi. Quel piccolo seme gettato nel solco della mia vita con il battesimo, scelto e voluto da mamma e papà, questo seme piano piano germogliava proprio lì, in via San Paolo dove per tanti anni ho vissuto nella parrocchia S.Andrea con i miei cari preti, dove ho ricevuto i sacramenti, nei campi scuola a Vallepietra presso il Santuario della Trinità, nell’insegnamento a scuola con i miei alunni e colleghi, con le mie care amiche ed amici che via via hanno scelto la loro strada, tutto questo mi apre ad una grande speranza.

Perché anche i più piccoli semi che Dio getta nella nostra vita, così piccoli che la mia durezza di cuore ed incapacità poteva distruggerli in un attimo, possono crescere e sempre crescono per la potenza e la fedeltà di Dio.

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