Testo dell’omelia di fr. Mario Favretto alla Professione solenne di sr. Maria Anastasia, 8 dicembre 2017

Pubblicato giorno 27 Dicembre 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, Eventi, Vocazioni

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Sorelle e fratelli cari,

questo è uno dei momenti in cui vorrei essere un artista, un poeta per trovare nell’arte il modo adeguato di esprimere sentimenti, sensazioni, emozioni sulla festa di oggi.

C’è sempre il timore di sminuire la preziosità di un dono così bello, così grande qual è l’Immacolata. L’Immacolata è il capolavoro di Dio nell’intera creazione, l’opera più bella uscita dalla mano del Dio creatore e dallo Spirito vivificante.

L’Immacolata è l’espressione più sublime del creato. In lei il Signore ha voluto conservare, preservare la bellezza iniziale, la bellezza originale della sua opera creatrice; in lei, nell’Immacolata, troviamo, direi, l’ispirazione originale del nostro Dio, in lei troviamo la bontà e la bellezza delle origini. Bellezza che non è stata rovinata dal male, che non è stata sfiorata dal peccato. Guardando a lei ogni creatura sente fremere in sé quel desiderio, quell’anelito al buono e al bello, perché riconosce i tratti della vocazione originale la quale Dio chiama alla vita. L’Immacolata è il capolavoro di Dio perché predestinata a essere la dimora del Figlio di Dio: è il pensiero fisso di Dio per secoli e generazioni. Non c’è profezia più bella, non c’è annuncio di speranza più grande che vedere il nostro Dio creatore che non desiste dall’amarci; e anche nel momento della disobbedienza, e anche nell’esperienza del peccato, annuncia un futuro di bene. Non c’è un amante più grande di Dio: sua volontà è creare di nuovo, di ricreare, di ridonare a noi la bellezza, l’armonia, la gioia di vivere. Nel vangelo abbia sentito esplodere questa gioia: Rallegrati piena di grazia, il Signore è con te. Ed ecco la Vergine santa, prototipo e madre di questa di questa umanità nuova.

In questa festa che fa esultare il cielo e la terra, s’inserisce qui per noi, oggi, la professione solenne di suor Anastasia; anche la sua consacrazione è un capolavoro. È un capolavoro di Dio anche la sua vita donata al Signore e, oggi, definitivamente consacrata a Lui. È un prodigio improvviso che sorprende e commuove lei stessa (perché l’ho già vista in qualche momento ieri, oggi, commossa certo), che prende e sorprende e commuove le sorelle, le sue sorelle clarisse, e anche tutti noi. Anche la sua consacrazione, mediante professione della vita di santa Chiara, è come una nuova creazione; o meglio, me lo ha detto lei, è come una risurrezione, una risurrezione avvenuta nella vita di Sonia, di suor Anastasia. Una risurrezione di cui il nome stesso che porta deve conservare il ricordo.

Ogni cosa preziosa ha un caro prezzo lo sappiamo, e così anche la scoperta di Dio come eterno amante e poi la scelta di donargli tutta la vita. Donare tutta la vita a questo amore per Anastasia è costato un caro prezzo: c’è voluta l’offerta della giovane vita del fratello Virgilio per aprire lo scrigno dell’anima di Sonia, c’è voluta la croce di un male incurabile per capire il senso di una vita donata, c’è voluta la grande fede di Virgilio per illuminare di fede la vita di sua sorella.

Un passaggio, sì, un passaggio faticoso e sofferto per ritrovare il senso della vita che, per essere piena, per essere gustata, non può essere trattenuta ma prima o poi deve essere donata.

C’è un piano dentro questi eventi, dentro questa storia.

Cara sorella, il tuo ingresso oggi, qui in chiesa, passando tra la gente, voleva essere come un memoriale del tuo vissuto, della tua strada, della tua storia.

Per Anastasia niente è casuale: niente, nemmeno l’invito di don Francesco a conoscere le clarisse di Borgo: c’è un piano e lo si comprende quando Dio rivela il suo amore, proprio come avviene nell’Immacolata che oggi veneriamo. Tutto si capisce dopo. Nell’Immacolata tutto si capisce dopo l’Incarnazione, tutto si comprende dopo la Croce.

Vuoi donare tutta te stessa a Colui che per amor tuo tutto si è donato? ti verrà chiesto fra qualche istante. Non s’improvvisa questa domanda che ti viene, che ti arriva da parte del Signore; non s’improvvisa perché suppone una conoscenza profonda, una capacità di amare unica. Ugualmente non s’improvvisa la tua risposta: Mi affido con tutto il cuore a queste sorelle per portare a compimento la mia consacrazione, come ci dirai.

Infatti, la voce, la voce che ti ha condotto in questo luogo di grazia, tra queste sorelle, non è una voce di ieri. Sono passati già degli anni in cui hai potuto sperimentare e conoscere in profondità, in intimità, l’amore di Dio che ti chiamava. Il tempo trascorso fino a qui, fino ad ora, il tempo della formazione, ti ha fatto conoscere meglio in profondità lo Sposo e la sua voce.

Cara suor Anastasia, nell’Immacolata noi vediamo il piano di Dio, ma non si compirebbe se poi non ci fosse il sì di Maria, quel sì che abbiamo sentito narrare nel vangelo: Avvenga per me, si compia in me la tua parola.

Quel sì della Vergine santa ha cambiato la vita anche a te, mia cara.

Il passaggio del Signore ti ha cambiato la vita. Ma anche oggi, con la professione solenne, il Signore ti cambia la vita. Ti prende con sé per sempre. Ma la tua vita oggi la rende preziosa, ancora più preziosa, perché tutta Sua senza riserve.

Ma la tua professione cambia la vita anche a noi e certamente alle tue sorelle nel monastero, che vedono la fraternità arricchirsi di questo dono; ma anche a tutti noi che ti stiamo circondando, perché anzitutto aggiunge alla nostra fede un segno forte, bello, credibile, dell’amore di Dio e quindi anche la nostra fede si rafforza un po’. E poi perché aggiunge coraggio alla nostra esitazione nel rispondere al Signore: pochi tra noi avrebbero, hanno il coraggio tuo, oggi, di donarsi totalmente, generosamente, per sempre, senza riserve.

Grazie, allora, dunque suor Anastasia, perché oggi il tuo dono ci insegna l’amore e ci insegna a rispondere anche noi al Signore con la generosità della Vergine santa che oggi ricordiamo, con il coraggio che fu di Chiara, Chiara d’Assisi, tua e nostra madre, e con lo slancio che oggi vediamo in te e per cui lodiamo il Signore.

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Vedi galleria fotografica del rito della Professione

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