Ti assicuro che sono un affare! Come vendersi sulla piazza del mercato – Omelia di p. Gaetano Piccolo SJ per la XXV domenica anno A

Pubblicato giorno 22 Settembre 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, Omelie di p. Gaetano Piccolo SJ

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Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.

Don Milani, Lettera a una professoressa

 

Tra le mie letture di adolescente disadattato, ricordo un libro di un gesuita americano, Thomas Green, dal titolo inquietante: Buio sulla piazza del mercato. Faceva parte di una piccola collana sul tema del discernimento. Questo testo si concentrava in particolare sul tempo della desolazione, quando ti rendi conto che la vita sta passando e non sei stato ancora capace di darle un senso. Sulla piazza del mercato, là dove hai offerto la tua vita, dove hai aspettato che qualcuno ti riconoscesse per le tue qualità, dove hai aspettato di essere valorizzato, il sole comincia a declinare. Ormai è quasi notte. E la vita ti sembra sprecata.

È l’immagine che Gesù riprende in questa parabola. Il mercato è il simbolo della vita nella quale cerchiamo di venderci. Ci presentiamo con la nostra forza, con la nostra bellezza o con le nostre competenze e speriamo di essere visti da qualcuno. L’immagine del mercato ci provoca con molto realismo, perché il mercato, come la vita, è anche il luogo in cui rischiamo talvolta di svenderci o di falsificare la merce. Il mercato, come la vita, diventa a volte il luogo in cui attendiamo l’occasione giusta, l’affare fortunato. Ma spesso non accade così. E anche quando ci siamo lasciati comprare, finisce poi che ci chiediamo se ne sia valsa davvero la pena.

Se questa è la nostra vita, spesso trascinata nella ricerca ardente di trovare un senso, Gesù ci mostra però anche qual è il volto di Dio. C’è un padrone instancabile, infatti, che esce fin dall’alba per cercare operai da mandare nella vigna della vita. Un padrone che ha a cuore il desiderio dei suoi operai di trovare un motivo per vivere, un padrone che vuole riempire l’attesa degli uomini e delle donne di ogni tempo.

È un padrone che esce continuamente, non si accontenta. Puntualmente, ogni tre ore, si affaccia sulla piazza del mercato: all’alba, poi alle nove, poi alle 12, poi ancora alle 15. A questo punto la giornata di lavoro è quasi finita. Perché uscire ancora? La giornata di lavoro termina alle 18, ma il padrone questa volta non aspetta tre ore, si anticipa, esce alle 17, c’è ancora un’ora che si può sfruttare. Per Dio non è mai troppo tardi per trovare un senso alla vita. Non importa per quanto tempo, è più importante dare un senso alla propria esistenza, trovare il compito che da sempre ci attendeva.

Il padrone non ha solo il desiderio di dare un senso alla vita della gente, è anche un padrone che rivoluziona le nostre convinzioni sulla giustizia. Saremmo infatti indotti a pensare che la giustizia sia legata al merito: dare a ciascuno ciò che gli spetta. Già don Milani, oggi così apprezzato, ma per lungo tempo inascoltato, diceva che non c’è maggior ingiustizia che far parti uguali tra diseguali. La giustizia vera, quella che Gesù ci insegna, parte dal bisogno di ciascuno: essere giusti vuol dire dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno. Un denaro è l’essenziale per vivere oggi, per questo è giusto darlo anche a chi ha lavorato solo un’ora.

Agli occhi di Dio nessuna vita è sprecata, nessuna vita può andare sprecata. E anche quando saremo presi dalla desolazione, pensando che tutto ormai è inutile, ricordiamoci sempre che il padrone della vigna è già uscito di nuovo per venirci a cercare.

Leggersi dentro

–          Hai trovato il senso della tua vita o lo stai ancora cercando?

–          Come affronti i momenti di desolazione?

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