Una speranza Chiara – 1

Pubblicato giorno 13 Marzo 2017 - S. Chiara d'Assisi

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Dopo esserci soffermati sulla fede in Chiara, ora guardiamo alla testimonianza di speranza che ci viene da lei.

Fa bene sentire parlare di speranza. Ne abbiamo sempre bisogno. Ci aiuta a continuare a soffrire, a adorare e a servire. Ma ci sono momenti in cui diventa indispensabile, in alcune situazioni personali o comunitarie, di fronte a certe difficoltà sociali, economiche o politiche, o certi problemi spirituali o materiali, a crisi di fede o di scoraggiamento. Ci sono momenti in cui è necessario che qualcuno ci parli ancora della speranza come virtù teologale delle anime forti che credono nel Cristo risorto, che qualcuno ci parli di una “speranza viva” di Cristo “nostra speranza”. Non per illuderci o per farci evadere dalla realtà, ma per darci coraggio e spingerci ad un impegno più deciso nella storia. La speranza è una virtù essenzialmente attiva. Un uomo che sa sperare è capace di trasformare il mondo. Non si cambiano le cose con la furia omicida della violenza, ma con la forza incrollabile di una speranza creativa che nasce dall’amore e si traduce in un impegno quotidiano, a partire da una fede autentica e matura. Chi ama veramente ha abbastanza fiducia nell’uomo da sperare in lui e da lui mutamenti sostanziali e profondi. Chi ama veramente sa confidare nel Dio a “cui nulla è impossibile”, e sa attendere da Lui l’infallibile efficacia del suo intervento salvatore. Il nostro mondo scoraggiato e triste ha bisogno di speranza, ma di una speranza che lo metta in cammino verso ciò che è pienamente buono, verso la gioia della comunione e dell’incontro con Dio e con i fratelli, verso la costruzione di una società definitivamente nuova, verso il possesso di nuovi cieli e della terra nuova.

Ricordiamo il messaggio pasquale di speranza dell’apostolo Paolo: “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio!”.

Fin dall’inizio della sua vocazione Chiara cammina nella speranza anzi si “tempra” nella speranza.

Giunta la notizia ai parenti, col cuore lacerato condannano il fatto e la decisione della fanciulla e, radunatisi insieme, si portano sul posto, nel tentativo di ottenere quello che non possono; ora con la forza della violenza, ora con il veleno di proposte, ora con allettanti promesse, la esortano a recedere da sì vile condizione sconveniente al rango della famiglia, di cui non si trova esempio nemmeno nella contrada. Ma lei, aggrappandosi alle tovaglie dell’altare, si scopre il capo rasato, attestando che mai in seguito si sarebbe lasciata strappare dal servizio di Cristo. Cresce il coraggio col crescere dell’assalto dei suoi, l’amore stimolato dalle ingiurie le infonde le forze.

   E via così per più giorni, affrontando l’ostacolo sulle vie del Signore e pur continuando i suoi a opporsi al suo proposito di santità, l’animo suo non cedette, né sminuì il fervore. Ma tra le parole e i sarcasmi tempera talmente l’animo alla speranza che i parenti, a fronte bassa, si rassegnano” (F.F. 3173).

Ma quello che più ci colpisce in lei è il senso della realtà ultima e definitiva. Ma è anche l’incrollabile sicurezza dell’intima presenza del Cristo: il Signore vive e cammina con lei. Il Cristo che Chiara ama e segue è il Cristo povero, crocifisso e risorto. Per vivere nella speranza bisogna essere consapevoli che il Cristo è risorto, vive e cammina con noi.

Se con lui patirai, con lui regnerai, soffrendo con lui, con lui godrai, morendo con lui sulla croce della tribolazione, possederai con lui le celesti dimore negli splendori dei santi e il tuo nome sarà scritto nel libro della vita e diverrà glorioso tra gli uomini. Per questo in eterno e nei secoli dei secoli acquisterai la gloria del regno celeste in cambio delle cose terrene e transitorie, i beni eterni al posto dei perituri e vivrai nei secoli dei secoli.” (F.F. 2880).

Per camminare nella speranza bisogna vivere come Chiara e con lei la gioia della fedeltà, la libertà interiore della povertà e la profondità della contemplazione. E bisogna vivere in un atteggiamento generoso di servizio, in un costante ascolto della Parola di Dio e in una radicale offerta al Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo. Questo farà sì che il nostro cammino si svolga sempre nella fecondità gioiosa della comunione, in un autentico impegno missionario e nell’incrollabile saldezza di una speranza che “non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori”. Ci guidi in questo cammino Chiara, che passo dopo passo, ci svelerà il suo essere: Madre della speranza.

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