Una speranza Chiara – 3

Pubblicato giorno 13 Marzo 2017 - S. Chiara d'Assisi

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Continuiamo a parlare della “speranza” in Chiara, continuando a fare riferimento a Maria.

Maria è la Madre della Chiesa e il segno della nostra speranza. Chiara è stata nella Chiesa, madre. Chiara stessa si autodefinisce madre e così quasi sempre viene chiamata e riconosciuta dalle testimoni al processo di canonizzazione. Nell’usare per sé questo titolo, Chiara sottolinea più la missione, che il valore giuridico dell’autorità, e lo associa spesso ad aggettivi che ne specificano il senso di inadeguatezza e la pochezza che lei sperimenta: “madre e serva”, “sorella e madre vostra”.

Maria risplende davanti a noi con la pienezza della sua fede, l’intensità del suo amore, la sua perfetta disponibilità allo Spirito!

La maternità di Chiara è maternità nello Spirito e rimanda inevitabilmente, alla missione della donna consacrata nella Chiesa.  Chiara non è stata chiamata per se stessa, ma per portare frutto, per essere “collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile corpo”.

La speranza è un cammino e Chiara come Maria ci insegnano a salire conducendoci alla santa montagna che è Cristo. La speranza è tensione verso la meta definitiva, dove Maria e Chiara ci hanno preceduto, indicandoci e aprendoci la strada. Nella realtà del Regno troveremo il nostro vero nome, quello che ci verrà dato quando entreremo nel riposo del Padre. Maria è luce che anticipa questa speranza per tutti coloro che sono in cammino sulle strade del mondo: “è segno di sicura speranza”, come la chiama il Concilio.

Chiara è la “piccola nube” biblica che cresce fino a coprire il cielo e fa cadere la pioggia ristoratrice sulla terra. Nella sua piccolezza Chiara è misteriosamente feconda per opera dello Spirito Santo.

Custodire in sé la presenza di un altro essere è il primo modo per essere madre aperta alla vita, annunciatrice di speranza, come la donna in attesa di dare alla luce un figlio. Nella III  Lettera ad Agnese, Chiara, alla scuola della Vergine Maria, descrive l’anima fedele come un “piccolo chiostro, nel quale è contenuto Colui che i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere, essa sola è sua dimora e soggiorno”. La madre attende, sente ciò che altri non sentono e percepisce prima degli altri, nella speranza certa, il nuovo avvenimento. Non è questo un primo modo per vivere la maternità spirituale? Comunicare la speranza, accompagnare l’attesa, valorizzare i segni che indicano la venuta del Signore.

Chiara a S. Damiano, come Maria a Nazareth, misteriosamente feconda per opera dello Spirito Santo, dona alla terra Cristo Signore, il Salvatore degli uomini, la nostra pace, la nostra unica speranza!

Di fronte a Chiara, alla sua preghiera, alla sua vita nascosta, ci si allarga il cuore, quando ci sentiamo aridi, scoraggiati, senza speranza!

Chiara, donna della speranza, è sempre accanto a noi per aprire sempre di nuovo il nostro cuore alle prospettive di una sicura speranza.

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