Una speranza Chiara – 4

Pubblicato giorno 13 Marzo 2017 - S. Chiara d'Assisi

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Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di vivere nella speranza. Ne ha bisogno la Chiesa, e ne ha bisogno il mondo. Per non cedere alla stanchezza o alla paura per non perdere di vista le realtà definitive, installandosi in quelle provvisorie; per scoprire il passaggio del Signore nella storia e assumere con coraggio gli impegni di ogni giorno. Vivere nella speranza non significa essere passivi o sottrarsi alle esigenze del tempo presene; significa ricordarsi che Dio è sempre fedele alle sue promesse, che il Cristo è risorto e vive con noi “fino alla fine del mondo”, che portiamo in  noi “le primizie dello Spirito”, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”, e dobbiamo sempre rendere ragione della nostra speranza a chiunque ce la chieda.

Il nostro guardare a S. Chiara ci fa vivere saldamente ancorate alla speranza teologale, in un cammino instancabile e comunitario verso la piena maturità di Cristo, sostenute dal Cristo pasquale che vive nella Parola, nell’Eucaristia, nella comunità ecclesiale costruita “sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti” e abitata dallo Spirito Santo. E’ la speranza che ci rende salde e sicure nella provvisoria incertezza del cammino. E’ la speranza che spinse Chiara e spinge noi oggi a costruire un mondo nuovo che abbia Cristo come capo.

Fondandoci sull’invincibile certezza che “nulla è impossibile a Dio”, la speranza ci mette in cammino, attraverso la preghiera, per testimoniare in modo sereno e silenzioso la gioia della salvezza.

Una salvezza integrale che abbraccia tutto l’uomo e tutti gli uomini.

Il nostro guardare a Chiara ci fa fare necessariamente un itinerario interiore e gioioso.

Il cammino con Chiara, il cammino della novità pasquale esige un processo molto profondo, anch’esso interiore e gioioso, di conversione, di penitenza, di riconciliazione vera con Dio e con i fratelli. “Se uno è in Cristo è una creatura nuova, sono nate cose nuove”.

Il mondo di oggi, agitato e violento, purtroppo dissanguato dall’odio e povero di vero amore ha bisogno di trovare le vie della riconciliazione e di una nuova nascita in Cristo.

Chiara ha indicato nella vita di Gesù uno “specchio”, nel quale contemplare la tenerezza di Dio per l’uomo, la sua compassione, il suo abbassamento, che si fa umiltà, povertà, carità, nudità e abbandono nelle mani del Padre.

In questo specchiarsi ella si è radicata in un cammino di esodo continuo che l’ha condotta fuori da ogni schiavitù, da ogni falso legame, fuori anche da se stessa, per essere libera e appartenere solo a Lui, sorgente di ogni vita e giardino del paradiso, nel quale ogni persona è attesa.

Nel riguardare quello specchio Chiara, alla fine della vita, ha visto se stessa, ha scoperto che i lineamenti del volto di Cristo, figlio prediletto del Padre, erano i suoi.

Questa è la via che Chiara ci ha indicato: guardare nello specchio Cristo e scoprire i nostri veri lineamenti, la nostra gioia e speranza per comminare sicuri e gioiosi nella vita.

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