
At 4, 32-35; Sal.117; 1 Gv 5, 1-6; Gv 20, 19-31.
«Vedeva e toccava l’uomo,
ma confessava Dio
che non vedeva né toccava.
Attraverso ciò che vedeva e toccava,
rimosso ormai ogni dubbio,
credette in ciò che non vedeva».
Sant’Agostino, Omelia 121, 5
Cammini
Quando siamo delusi, feriti o arrabbiati, facciamo fatica a vedere una speranza, a credere che si possa ricominciare. Al contrario, ci chiudiamo in noi stessi, rimuginiamo sugli errori commessi, forse cerchiamo un colpevole e ci arrovelliamo sui se, sulle alternative della storia che oggi non sono più possibili. I testi che formano i racconti di risurrezione non ci parlano mai di discepoli che immediatamente credono o che si convincono repentinamente che Gesù sia risorto. Anzi, vediamo dei cammini, vediamo una ricerca, vediamo un passaggio dall’incredulità a un tentativo di diventare credenti. Credo che qui in fondo troviamo il percorso a cui è chiamato il discepolo di ogni tempo. CONTINUA A LEGGERE
Leggersi dentro
– Se il Cenacolo fosse un’immagine del tuo cuore, in che condizioni sarebbero le sue porte?
– A che punto è il tuo cammino di fede in Gesù?