Vigna OKKUPATA. Il delirio di credersi padroni – Omelia di p. Gaetano Piccolo SJ per la XXVII domenica A

Pubblicato giorno 6 Ottobre 2017 - ARTICOLI DEL BLOG, Omelie di p. Gaetano Piccolo SJ

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dal sito Rigantur mentes

Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.

A. Gramsci

 

È imbarazzante ammetterlo, ma fino allo scorso anno non ero mai entrato in una vigna. Poi, il mio amico don Massimo, che non solo è un buon parroco, ma anche un contadino tenace, mi ha portato a visitare la sua campagna. Allora ho capito molte cose di lui: la terra ti insegna ad aspettare, non è disposta a dar retta alle tue ansie, ti chiede di prenderti cura di lei anche a costo di sacrifici, ti insegna a conoscere l’alba, ma ti insegna anche sostenere la delusione, come quest’anno, in cui il gelo ha bruciato i germogli appena spuntati. La terra ti costringe a mettere ordine, perché ogni cosa ha il suo posto, come il silenzio dei filari delle viti.

Quel giorno, lasciando la campagna di don massimo, ho pensato che la vigna è un pezzo di terra in cui si va a lavorare, una terra da coltivare e custodire, ma anche un luogo nel quale si impara a trovare un senso alla propria vita.

La vigna di cui Matteo ha già parlato più volte – a proposito degli operai che aspettano sulla piazza del mercato per essere presi a giornata o dei due figli che il padre manda a lavorare nella vigna – ricorda il giardino della creazione. Dio crea l’uomo e dà un senso alla sua vita, lo mette in uno spazio, in un giardino, segno di una relazione donata, uno spazio di cui prendersi cura. Proprio come la nostra vita: uno spazio che ci è donato, in cui possiamo trovare un senso, ma anche un giardino da coltivare e custodire.

La vigna è nel linguaggio biblico anche immagine di Israele, la vigna è la terra e il popolo in mezzo a cui Dio vuole abitare:

Egli l’aveva vangata e sgombrata dai sassi

e vi aveva piantato scelte viti;

vi aveva costruito in mezzo una torre

e scavato anche un tino.

Egli aspettò che producesse uva,

ma essa fece uva selvatica. Is 5,2

Grandi grappoli d’uva sono anche il simbolo di Israele perché ricordano il ritorno degli esploratori inviati nella terra promessa prima di entrarvi. Quegli uomini tornarono con la notizia funesta di popoli che già occupavano la terra, ma anche con frutti meravigliosi. Quasi a dire che questa terra, in cui possiamo trovare il senso della nostra vita, è anche una conquista: il Signore è al nostro fianco, ma a noi viene chiesto di lottare.

E infatti nei racconti biblici la vigna ritorna come un luogo in cui avvengono tante cose. È la vigna in cui accade l’amore, come nel Cantico dei Cantici (Ct 8,12: «La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti»), ma è anche la vigna che suscita la brama del Re e per la quale la regina farà uccidere Nabot (1Re 21).

La parabola che Gesù racconta ci svela la nostra tentazione di appropriarci della vita: sebbene ci sia stata donata, sebbene siamo stati mandati a lavorare in essa, vorremmo appropriarcene, vorremmo diventarne padroni. Al contrario Gesù ci insegna che la vigna/vita non arriva mai a diventare nostro possesso e infatti arriva un giorno in cui siamo chiamati a restituirla e a renderne conto.

Il padrone è un uomo paziente, sa che la terra ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti, così aspetta che anche i contadini possano portare frutti di conversione. I contadini, a cui è stata data in affitto la terra, sono chiamati a rendersi conto che la vigna non è una loro proprietà. Allo stesso modo, se con pazienza il padrone è venuto a chiamarci per inviarci nella sua vigna per lavorare e dare un senso alla nostra giornata, così con pazienza aspetta che possiamo liberarci dalla tentazione di considerare la vigna come un nostro possesso. Il padrone sa, fin dalla creazione, che nel momento in cui consideriamo il giardino come nostra proprietà, allora cominciamo a distruggerlo. Il padrone è così paziente che non solo manda il figlio, ma spera che i contadini non arrivino a ucciderlo. In fondo, fino alla fine, Dio crede in noi!

Leggersi dentro

–          Se la tua vita fosse una vigna, in che condizioni sarebbe?

–          Sei pronto a restituire la tua vita?

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