Discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente.
Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
Si dicevano l’un l’altro:
«Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi
ed essi se ne vanno?»
Gesù scende nella città, dove abitano e vivono gli uomini, dove si lavora e si condivide tutto nel tentativo, troppo spesso frustrato, di godere un po’ di pace con chi si ama.
Gesù si presenta come il maestro; c’è una notevole insistenza dell’evangelista Luca nel sottolineare che egli ammaestrava, parlava con autorità, e la gente rimaneva colpita e stupita da questa forza. Prima ancora di essere forza che allontana gli spiriti cattivi, questa forza divina si rivolge a noi come un buon maestro ai suoi alunni.
Anche oggi dovremmo chiederci: «che parola è mai questa?» Perché non è come le altre che ci raggiungono ogni momento, è qualcosa di veramente stupendo e nuovo, voce del verbo fatto uomo, voce del Dio che ha voluto imparare a usare le nostre parole per manifestarci il suo amore.