Può forse un cieco guidare un altro cieco?
Non cadranno tutti e due in un fosso?
Un discepolo non è da più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro
La cecità di cui parla oggi Gesù ci invita a riflettere sul nostro essere discepoli alla sua sequela.
Nessuno può presumere di poter guidare nel cammino un altro fratello se non si pone a sua volta alla scuola dell’unico maestro, Gesù, vera luce del mondo.
L’apostolo Paolo, nella prima lettura, ci offre l’immagine più bella del discepolo che è divenuto a sua volta annunciatore del vangelo, diventando sempre più simile al suo maestro: «Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe anch’io».