Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!»
Per otto giorni, dopo che gli altri discepoli avevano visto il risorto, Tommaso sarà forse stato preda di dubbi e di incertezze. Otto lunghi giorni per riascoltare il racconto dei suoi amici, diviso tra fiducia e incredulità, tra una possibilità troppo bella per essere vera e la cruda constatazione che i morti restano morti e nulla, di fatto, poteva cambiare. Otto giorni in un labirinto di pensieri, ragionamenti, sogni, paure, disillusioni…
Così, spesso, è la nostra vita. Tommaso, però, rimane: rimane nella comunità, non si allontana da quella comunione che il Signore aveva fatto nascere. Ed è proprio qui, con delicatezza e infinito affetto il risorto torna a riprendere Tommaso e a offrirsi alla sua fiducia, riannodando il legame indistruttibile del suo amore e della fede che lo riconosce.