Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,
che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero
La liturgia di oggi ci invita a fermarci, o meglio, ad andare al Signore e a lasciarci ristorare da lui. Gesù rinnova l’appello a deporre il carico pensate della legge che, se da un lato ci permette di seguire la via del Signore, dall’altro rischia di diventare un fardello insostenibile, che limita la nostra libertà di figli e ci fa vivere da schiavi.
Cristo è venuto a porgerci il vero giogo: quello dell’amore. Un giogo leggero perché l’amore è forza interiore che viene dallo Spirito e ci permette di conoscere la verità e di viverla appieno. Non siamo soli in questo cammino: Gesù stesso ci è d’esempio, lui che solo è mite ed umile di cuore, che si è fatto servo.
Accogliamo dunque con fiducia il giogo dell’amore del Signore che «dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato».